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Asse 4 - Economia e innovazione

Se proiettati al 2020, in un contesto economico che si presume altamente dinamico e internazionalizzato, Cuneo e il suo territorio avranno traghettato con successo quel che già oggi spicca – sia pur su scala provinciale e non soltanto locale – come “modello Cuneo” se saranno stati in grado di valorizzarne i suoi punti di forza operando incisivamente sulle carenze, anche strutturali, che pur lo contraddistinguono, agendo su tre pilastri: l’infrastrutturazione telematica che “l’ha connesso al mondo” contribuendo parallelamente ad incrementare la produttività delle imprese private come delle amministrazioni pubbliche; interventi strutturali indirizzati al trasferimento tecnologico e a favorire la crescita dimensionale e l’internazionalizzazione del tessuto produttivo; infine un’offerta turistica unitaria, integrata e orientata ai principi della qualità ecosostenibile, tale da aver preservato, valorizzandola, una delle principali risorse economiche e di benessere sociale del territorio: il suo ambiente.
Per quanto riguarda l’infrastruttura telematica, Cuneo e il suo territorio si sono lasciati alle spalle il “divario digitale” grazie ad una rete di telecomunicazioni in larga banda capillare su ogni comune interessato dal piano strategico con la condivisione tra tutti gli enti pubblici delle banche dati necessarie alla semplificazione degli adempimenti burocratici per l’erogazione di servizi a cittadini ed imprese e il conseguente rilascio di autorizzazioni e contributi. La disponibilità di ogni tipo di dato in rete avrà favorito nuove forme di comunicazione multimediale, come la formazione a distanza ed il telelavoro grazie a sistemi di comunicazione basati sull’indipendenza dal tipo di terminale e collegamento che l’utente utilizza e che avranno consentito la diffusione di nuove forme di organizzazione del lavoro.
Con un accorto ventaglio di politiche di supporto alla diffusione di reti di telecomunicazioni in larga banda nei territori montani, volto a neutralizzare l’inevitabile, lunga assenza di ritorni significativi sugli investimenti che, se non contrastata dall’intervento pubblico, avrebbe confinato i benefici alla sola zona dell’altopiano cittadino, anche la montagna dispone di una dotazione di base che ha permesso di incentivare “un’economia leggera per aree fragili” con la localizzazione di attività economiche innovative compatibili con la tutela del territorio, il sostegno alle attività economiche tipiche e alle culture tradizionali e la promozione di un turismo con servizi di elevata qualità in un’ottica di sistema transfrontaliero.
A partire da questa infrastrutturazione di base si sono diffusi via via nell’arco del quindicennio laboratori di sperimentazione di tecnologie innovative presso le sedi dei licei e degli istituti tecnici e delle facoltà universitarie. Tali laboratori scientifici tecnologici sono diventati un punto di sviluppo dell’attività di ricerca congiunta nei settori della scuola e delle aziende private, capace di attirare finanziamenti provenienti da investitori interessati a trasformare i risultati delle sperimentazioni in prodotti finali ad alta competitività sui mercati mondiali.
La consapevolezza che l’infrastrutturazione telematica rappresentava una precondizione necessaria ma non sufficiente allo sviluppo locale ha spinto gli attori del territorio – amministrazio-ni pubbliche, associazioni di categoria e singole imprese insieme all’università e agli istituti di credito – a implementare nuove forme di cooperazione e investimenti a sostegno di una forte innovazione strumentale, di prodotto e di processo, del sistema economico-produttivo. Ma vincenti si sono rivelate soprattutto le iniziative avviate per superare le debolezze intrinseche di una struttura economica caratterizzata da una forte prevalenza di piccole e micro-imprese, dinamiche ma deboli quanto a capitalizzazione e a capacità di ricerca. Convogliando su progetti innovativi ed ambiziosi l’intelligenza istituzionale e quella imprenditoriale, diffusa ma a suo tempo ancora troppo dispersa sul territorio, si è riusciti a sviluppare forme di coordinamento quando non di vera e propria integrazione in filiere produttive delle piccole e medie imprese e tra il sistema economico-produttivo e quello del credito e della finanza. In particolare nel settore dell’agro-alimentare Cuneo e il suo territorio sono diventati il “cluster” strategico a livello regionale grazie al Polo di servizi e di laboratori di ricerca e innovazione realizzato implementato alle porte del capoluogo e in rete con gli altri centri presenti sul territorio provinciale. Esso ha fatto da volano ad iniziative analoghe in altri campi innovativi e con un alto valore aggiunto, sia nell’industria che nel terziario avanzato, che hanno contribuito, insieme a tutte le altre iniziative citate, ad elevare – oltre alla qualità del “made in Cuneo” – anche la qualificazione complessiva dell’occupazione nel sistema economico-produttivo, non ultimo attraendo sul territorio risorse umane ad elevata professionalità.
Come punto di forza dell’economia locale, in particolare ma non soltanto di quella montana, si è infine affermato quale “marchio” del Cuneese il turismo sostenibile e di elevata qualità rispetto all’offerta ricettiva e dei servizi; una qualità che è andata ad integrare quella ambientale e paesaggistica, da sempre esistente. Superando la frammentarietà nell’offerta e migliorando il coordinamento e la comunicazione il territorio nel suo complesso è riuscito a capitalizzare in modo diffuso e rispettoso della loro identità tanto l’ambiente naturale quanto i numerosi beni culturali, – anche quelli “minori” – presenti sul territorio, inclusa la tutela e valorizzazione dei centri storici comunali. A partire dal Parco Fluviale di Cuneo, da tempo ormai tutt’uno con il Parco Internazionale delle Alpi Marittime e del Mercantour, e spaziando dalle colline a tutte le valli montane, il cittadino come il turista possono muoversi in modo flessibile lungo una rete libera o “guidata” di percorsi, strade ciclabili e sentieri che intersecano lo spettacolo della natura e del paesaggio con l’offerta culturale, le sapienze del mondo artigianale locale e la qualità dell’offerta enogastronomica. Nell’arco di un quindicennio si è realizzata quella sinergia consapevolmente progettata e perseguita: il turismo come fattore determinante per rivitalizzare e ripopolare la montagna, permettendole a sua volta – non ultimo con il Polo termale e la promozione degli sport di montagna – di diventare un elemento chiave e imprescindibile della forza economica e del benessere sociale del territorio.